Il territorio limitrofo alla tratta Torino-Milano è sicuramente uno tra i più affascinanti e ricchi di suggestioni delle province che appartengono alle due regioni: il Piemonte e la Lombardia.
Il suo patrimonio unisce proposte sportive di altissimo livello a tesori culturali ed enogastronomici di assoluto rilievo, collocandoli in magnifici ambienti naturali tra cui numerose aree protette.
Scoprite in queste pagine le numerose possibilità che avete di scoprire nuovi itinerari a pochi passi dalle uscite autostradali da voi percorse.
Biella
Uscita consigliata: A4 – Santhià, Carisio
Biella sorge ai piedi delle prealpi biellesi, alla confluenza del torrente Cervo con il torrente Oropa. La città è divisa da una parta bassa (Biella Piano) ed una parte alta (Biella Piazzo) raggiungibile, oltre che attraverso i caratteristici vicoli, con una storica funicolare. Biella Piano, sulla riva destra idrografica del torrente Cervo, è la parte più antica e racchiude quasi tutti i monumenti del periodo medievale.
Anche Biella Piazzo, che il vescovo Uguccione fondò nel XII secolo, conserva alcuni monumenti medievali. Il luogo più caratteristico è piazza Cisterna, circondata da edifici medioevali con portici e finestre decorati e sulla quale si affaccia il Palazzo Cisterna (XV-XVI secolo).
In giro per la città
Battistero – Una delle più caratteristiche costruzioni dell’arte romanico-lombarda. Fu eretto nella seconda metà del sec. X sui resti di un sepolcreto romano. La parte superiore è formata da un tiburio ottogonale, anch'esso circondato da nicchie cieche e sormontato da lanterna quadrata aperta ai quattro lati da bifore e sormontata da una crocetta in ferro del sec. XII rinvenuta durante i restauri del 1913.
Duomo – Il tempio è dedicato a S. Maria Maggiore e S. Stefano. È di stile gotico a tre navate divise da pilastri a base cruciforme. Con archi ogivali, volte a vela cordonate e cupola ottogonale.
Campanile di Santo Stefano – A sinistra del Battistero sorgeva la chiesa Santo Stefano, eretta nel V secolo e demolita nel 1872. Oggi non resta che il campanile romanico a otto piani.
Chiesa della SS. Trinità – dietro il Duomo s’innalza la Chiesa della SS. Trinità, costruita nel 1626.
Le montagne biellesi
Alle spalle di Biella si trovano rilievi che arrivano sino ai 2.350 m del Monte Mucrone o i ai 2.500 m del Monte Bo; l’arco montano che racchiude a nord-ovest il territorio della provincia presenta importanti valori paesaggistici e naturali.
Al nord l’alta Valle Sessera presenta la più ampia estensione di aree naturali e seminaturali di tutta la provincia con grandi varietà botaniche e faunistiche. Ad ovest, l’arco montano vede nelle cime del Bo, nella punta Tre Vescovi, nel colle della Vecchia, nelle cime dei monti Mars, Camino, Mucrone e Mombarone mete molto utilizzate nelle escursioni. Molto diverso il panorama a sud del Mucrone dove l’alta valle dell’Elvo si caratterizza per gli estesi pascoli ed il permanere di un’economia zootecnica.
Nelle vicinanze di Biella: il Ricetto di Candelo
Il Ricetto di Candelo è stato realizzato (XIII-XIV sec.) dalla comunità contadina locale su un fondo di proprietà dei nobili Vialardi di Villanova e poi riscattato dai Candelesi. Serviva a proteggere i prodotti della terra quali le granaglie ed il vino.
Come raggiungere Biella
A4 uscita Santhià Carisio, SS144 in direzione Biella.
Lago Maggiore
Uscita consigliata: A4 Biandrate
Il lago Maggiore è per estensione il secondo lago italiano dopo quello di Garda. Si suddivide tra la Lombardia (provincia di Varese), il Piemonte con le province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola e, nella sua parte più settentrionale, la Svizzera. Nasce dal fiume Ticino che vi si riversa in territorio elvetico formando un ampio delta e che sfocia a Sesto Calende. La forma allungata (66 km di lunghezza), il profilo a U delle sponde, la profondità (circa 175 m) e i depositi morenici testimoniano la sua origine glaciale, comune anche agli altri laghi prealpini. Il paesaggio, ricco di testimonianze storiche e artistiche, è assai vario: angusto nella parte più meridionale, si allarga e diventa particolarmente ricco di vegetazione e architetture nel golfo Borromeo, ove troviamo sontuosi palazzi e splendidi. La sponda lombarda del lago è caratterizzata da colline che degradano progressivamente fino alla riva, dove, tra fiumi e torrenti, si alternano spiagge sabbiose e pareti rocciose.
Il lago Maggiore è meta turistica da secoli. Le ville costruite sulle sponde o sulle isole furono residenze estive di generazioni di famiglie nobili e quindi divennero esse stesse attrazioni turistiche. Grazie al clima mite tutto l’anno e all’abbondanza di precipitazioni, il Lago è diventato famoso per i suoi vivai: numerose specie botaniche apparvero in Italia per la prima volta proprio qui, tanto che rododendri ed azalee si diffusero in tutta la zona. Villa Taranto e l’Isola Madre conservano eccezionali raccolte di queste piante. I giardini sul lago vennero progettati in stile Belle Époque, in un’armoniosa mistura di arte e natura.
Parco Nazionale della Val Grande
Il Parco Nazionale della Val Grande, vicinissimo al lago Maggiore, è l’area selvaggia più vasta d’Italia. L’istituzione della Val Grande come Parco Nazionale risale al 1991, anno in cui venne dato riconoscimento all’importanza di quest’area: 11.733 ettari di querce, faggi, ed ontani. Il territorio include le valli dell’Ossola, della Val Vigezzo e del Lago Maggiore. Può essere visitata soltanto a piedi, a causa della difficile accessibilità dei suoi sentieri.
Come raggiungere il Lago Maggiore
A4, allo svincolo di Biandrare prendere la A26 in direzione Garvellona Toce, uscire ai caselli Castelletto Ticino, Arona, Gravellona Toce o Verbania.
Santuario di Oropa
Uscita consigliata: Santhià, Carisio
Il Santuario di Oropa sorge a 1200 m. di altitudine in uno scenario naturale bellezza, la valle che da Biella sale ai monti verso la Valle d’Aosta, ed è il più importante santuario mariano delle Alpi.
Al complesso, le cui origini si fanno risalire per tradizione a S. Eusebio (che nel IV secolo vi avrebbe portato la statua della Madonna Nera da Gerusalemme), contribuirono prestigiosi architetti come Filippo Juvarra, Guarino Guarini e Pietro Beltramo.
L’edificio è articolato su tre piazzali a terrazza, ed è imperniato su due grandi luoghi di culto: la Basilica Antica (“Chiesa Vecchia”), realizzata all’inizio del XVII secolo, che racchiude l’antico sacello con affreschi del XIV secolo e la Chiesa Nuova, consacrata nel 1960, dopo due secoli di progetti e lavori, che può ospitare fino a 3.000 fedeli.
Completano la struttura monumentali edifici, chiostri e la solenne scalinata che conduce alla Porta Regia.
L’atrio della scalinata è rivestito da lapidi che celebrano le visite compiute da personaggi illustri come quella di Guglielmo Marconi del 1894 che concepì proprio ad Oropa l’invenzione del telegrafo senza fili.
Al di fuori delle mura del Santuario, spicca il grandioso Sacro Monte, formato da 19 cappelle, realizzate a partire dal ’600 e popolate da centinaia di statue originali in terracotta, raffiguranti diversi episodi della vita di Maria. Edificato nel 1871, svetta l’imponente cimitero, ricco di rilevanti mausolei, tra cui quello a forma di piramide dello statista Quintino Sella.
La statua della Vergine bruna è conservata nel sacello oropense, e appartiene iconograficamente alla tipologia delle cosiddette Black Virgins. Il volto della Vergine come del bambino è nero, questa particolarità iconografica si riscontra in una vasta area europea (Francia, Spagna e Germania) e per un arco di tempo che va dal XII secolo al Trecento inoltrato.
A Oropa la Madonna Nera, contrariamente a quanto si riscontra nella Vergini nere del periodo romanico (raffigurate sedute in trono a simboleggiare la Sedes Sapientiae), viene presentata in piedi con il Bambino seduto sul braccio sinistro , a sua volta benedicente (con la mano destra) e con l’uccellino (simbolo della Passione), nella mano sinistra.
Dalla settecentesca Porta Regia al Padiglione Reale dei Savoia, dalla biblioteca ricca di antichi volumi alla collezione di arredi sacri e gioielli, fino alle due gallerie che raccolgono migliaia di ex-voto, Oropa offre un patrimonio unico di arte e di cultura.
Come raggiungere il Santuario D’Oropa
A4 – Uscita di Santhià o Carisio
SS144 in direzione Biella. Superata Biella, dopo 12 km si trova il Santuario
Per accoglienza e ulteriori info turistiche: 015 25551200
Lago d'Orta
Uscita consigliata: Biandrate
Il lago d’Orta è situato a ovest del lago Maggiore (da cui lo separa il monte Mottarone), in provincia di Novara. È chiamato anche Lago Cusio.
Ha superficie di 18,2 kmq, profondità massima di 143 m; lunghezza km 13,4; larghezza massima km 2,5. Il clima è mite, le coste ed i dintorni pittoreschi, ricchi di boschi e di colture, di attività industriale e turistica.
Nella zona centrale della riva orientale sorge Orta San Giulio, località di villeggiatura, la cui piazza situata su un promontorio, rappresenta uno dei luoghi ideali da cui ammirare il lago d’Orta. Di fronte a Orta San Giulio si trova l’isoletta di San Giulio, con la basilica omonima del sec. IV, ricostruita nei secc. IX e XI. La basilica è dedicata al santo cui è legata la diffusione del cristianesimo nella zona. Giulio e Giuliano, missionari greci, giunsero in queste terre nel IV secolo e vi predicarono la nuova religione, terminate finalmente le persecuzioni.
Affacciata sul lago, anche Villa Motta rappresenta un punto panoramico d’eccezione. La villa si trova sulla punta della penisola di Orta. Costruita nella seconda metà dell’Ottocento. Fu acquistatanel 1910 da Giacinto Motta, uno dei fondatori dell’industria elettrica italiana, che l’ampliò in più riprese, fino a portarla all’attuale forma. Nel 1943-‘45, durante la resistenza partigiana, fu rifugio e luogo di transito di profughi verso le montagne e la Svizzera.
Da qui è possibile salire al Sacro Monte, che Nietzsche descrisse come uno dei luoghi “più suggestivi del mondo”: situato in un bel parco, tra faggi, tigli e pini, a 400 metri d’altitudine, fu progettato nel 1591 e dedicato a San Francesco d’Assisi. Disposte intorno alla chiesa di S. Nicolao, venti cappelle raccolgono ben 376 statue in cotto che illustrano la vita del santo. Notevoli anche gli affreschi di Morazzone, Della Rovere, Nuvolone, Legnanino, Cantalupi.
Come raggiungere il Lago d’Orta
A4 – allo svincolo di Biandrare prendere la A26 in direzione Garvellona Toce, uscite Ghevio o dall’uscita Arona.
Parco naturale del Ticino
Uscita consigliata: Boffalora
Il Parco si estende lungo il fiume omonimo, su due regioni: Piemonte e Lombardia. Amministrativamente è composto da due enti: il piemontese Parco Naturale della Valle del Ticino e il Parco Lombardo della Valle del Ticino. Il Parco piemontese ha un’estensione limitata e interessa la sola fascia fluviale senza comprendere le aree urbanizzate, valorizzando i soli elementi naturali. Il Parco lombardo, che si snoda dal lago Maggiore fino al Po, comprende invece l’intero territorio di quarantasette comuni. Una scelta quest’ultima per estendere la competenza in termini di tutela e valorizzazione non solo sull’ambiente, ma anche su aspetti storici, archeologici, architettonici, agricoli presenti sul territorio.
Il fiume Ticino inizia il suo corso sulle montagne svizzere ed entra nel lago Maggiore dopo aver percorso una vasta regione del territorio elvetico che prende il suo nome: il Canton Ticino. Esce dal lago Maggiore, tra Sesto Calende e Castelletto Ticino, dove inizia il suo percorso italiano in una valle stretta e profonda che poi si allarga progressivamente scendendo verso sud. Dopo un percorso di oltre cento chilometri che lo porta ad attraversare popolose province come Varese, Novara, Milano e Pavia, si getta nel Po presso il ponte della Becca.
Il parco, nella sua parte piemontese, è costituito da una vallata che è dapprima incassata e poi si amplia progressivamente con declivi più dolci, ricchi di boschi.
I boschi, che occupano il 60% del parco, recano tracce dell’originario bosco planiziale con netta prevalenza di latifoglie quali farnia, carpino, olmo e robinia. Il sottobosco è caratterizzato da nocciolo, prugnolo e biancospino. Di particolare interesse la vegetazione acquatica delle lanche con presenza di ninfea, nanufero, tifa, ecc.
Tra i mammiferi presenti ricordiamo lo scoiattolo, il coniglio selvatico, il riccio. Nel parco abita anche la lepre: si tratta di una una specie non autoctona, introdotta con ripopolamenti a scopo venatorio. Tra gli uccelli si trovano: il germano reale, l’airone cenerino, la gallinella d’acqua, il fagiano comune; tra i pesci la trota, il luccio, il cavedano.
Nella Valle del Ticino la coltura agricola più diffusa sono ancora i prati, irrigati sfruttando l’acqua del fiume. Questa è distribuita attraverso una fitta rete di rogge e canali che sono stati costruiti dall’uomo nel corso dei secoli.
Con i loro 3.500 ettari, i boschi costituiscono la principale dominante del paesaggio del Ticino, di cui occupano i terrazzi, le coste e le fasce lungo il fiume, alternandosi nella valle pianeggiante alle coltivazioni.
La Valle del Ticino, riserva della biosfera, è anche patrimonio mondiale protetto dall’UNESCO.
Itinerari ciclabili
Alla fine degli anni ottanta il Parco del Ticino, sul versante piemontese, ha iniziato la progettazione e la realizzazione di una pista ciclabile, che una volta completata, attraverserà da nord a sud il territorio del Parco, per una lunghezza complessiva di oltre 60 km.
Come raggiungere il parco naturale del Ticino
A4 uscita Boffalora.
Val Sesia
Uscita consigliata: Biandrate
La Valsesia, considerata da molti la “più verde d’Italia”, è la valle del Monte Rosa. Da Varallo ad Alagna, una lunga serie di quinte e costoni boscosi conducono al Monte Rosa, la seconda montagna più alta d’Europa dopo il Monte Bianco. Il massiccio del Monte Rosa domina maestoso l’intera vallata, chiudendola a nord. Dai suoi ghiacciai nasce il fiume Sesia, dalle acque cristalline, che insieme ai suoi affluenti è conosciuto in tutto il mondo dagli appassionati degli sport su fiume. Sono oltre un centinaio i chilometri d’acqua che si possono discendere, con gradi di difficoltà diversi. Numerose le scuole di canoa, dove è anche possibile apprendere le tecniche del kayak e dell’hydrospeed o fare discese con i gommoni.
La Valsesia è il luogo ideale per praticare sport all’aria aperta: camminate su sentieri escursionistici di ogni livello, esplorazioni alpinistiche lungo il Massiccio del Monte Rosa fino al rifugio più alto d’Europa, la Capanna Osservatorio Regina Margherita (4559 m). Si può anche praticare l’arrampicata e il parapendio, pescare e naturalmente sciare: i fuoripista dell’Alta Valle sono famosi in tutta Europa.
Natura e parchi
Il Parco Naturale Alta Valsesia, istituito nel 1979 e ampliato nel 1985, comprende i territori dei Comuni di Alagna, Rima, Rimasco, Carcoforo, Fobello e Rimella ed è considerato il parco più alto d’Europa, in quanto comprende alcune vette che superano i 4000 metri. Nell’area del parco sono osservabili stambecchi, camosci, marmotte, aquile reali, mentre la flora è rappresentata da tutte le specie tipiche dell’arco alpino.
Parco Naturale del Monte Fenera
Il Parco Naturale del Monte Fenera è stato istituito nel 1987 e occupa una superficie di 3365 ettari, poco a sud di Borgosesia. Il Monte Fenera – che domina l’entrata della Valsesia e della Valsessera – è famoso per le sue grotte, presso le quali si rileva la presenza di insediamenti umani preistorici. I reperti relativi a questi insediamenti sono conservati presso il Museo Paleontologico di Borgosesia.
La comunità Walser
Circa otto secoli fa si è stanziata pacificamente, ai piedi del Monte Rosa, una piccola comunità di origine germanica proveniente dall’Alto Vallese e dedita principalmente all’agricoltura e alla pastorizia. Si tratta dei Walser, che oggi risiedono – in numero di poche migliaia – principalmente nelle località di Gressoney, di Alagna, di Rimella e di Macugnaga. Pur integrati nel contesto locale e nazionale, i Walser rimasti nell’Alta Valle hanno cercato di mantenere quanto più possibile nel tempo lingua (un antico idioma tedesco), costumi, tradizioni. Si tratta di una minoranza che tende sempre più a ridursi numericamente e che in breve tempo rischia di essere del tutto assorbita e confusa nel tessuto ormai multietnico nazionale. L’aspetto che più colpisce il visitatore è lo stile e la disposizione delle antiche case di questa comunità. Si tratta di costruzioni in pietra e in legno che hanno in gran parte retto all’usura del tempo del tempo, mantenendo un fascino tutto particolare.
Come raggiungere la Val Sesia
A4 fino al casello di Biandrate, quindi proseguire per la A26 Genova Voltri-Sempione sino all’uscita di Romagnano Sesia – Ghemme. Strada statale 299 in direzione Alagna. Questa strada attraversa l’intera valle da sud a nord.
Vercelli
Uscita consigliata: Greggio
Di origine probabilmente celtica, fu città romana dal I secolo a.C. sotto il nome di Vercellae, quindi importante municipio. Divenne successivamente ducato longobardo, e poi contea dei franchi sotto giurisdizione del vescovo. Nel medioevo Vercelli visse un periodo di decadenza a causa di continui saccheggiamenti. Si riprese, invece, nell’età comunale estendendo il suo dominio. Si costituì in libero comune nel XII secolo aderendo alla Lega Lombarda. Il XIII secolo è il periodo più florido della città, grazie alla creazione della prima università della regione. Successivamente fu sconvolta da lotte interne tra guelfi e ghibellini e nel 1335 cadde sotto il dominio dei Visconti. Passata ai Savoia nel 1427, dal 1617 fu assediata e occupata più volte da spagnoli e francesi, che ne distrussero le fortificazioni. Nel 1815 poi con la Restaurazione e con le vicende risorgimentali fu annessa al Regno di ltalia.
In giro per la città
La Basilica di Sant’Andrea, iniziata nel 1219 ma terminata in più epoche successive, presenta due splendidi campanili, tre portali con lunette scolpite, due lunghe gallerie, un rosone, e numerose opere d’arte conservate al suo interno.
La Cattedrale di San Eusebio sorge nel posto in cui era situata una basilica medioevale.
Il museo “Camillo Leone” con reperti di storia antica vercellese: preromana, romana, medioevale e moderna.
Inoltre: piazza Cavour, il centro culturale di Santa Chiara, il palazzo Centori, la chiese di San Paolo, di San Giuliano, di San Cristoforo Ed ancora: Casa Tizzoni (XV sec.) con facciata decorata in cotto, il Museo civico “Francesco Borgogna”, che contiene una splendida pinacoteca, seconda per importanza solo alla Sabauda di Torino.
Il riso
Con oltre tre milioni di quintali di riso che sono coltivati, lavorati e trasformati, Vercelli rappresenta il più importante mercato risicolo d’Europa.
La qualità del prodotto delle risaie vercellesi è il risultato di alcuni secoli di bonifiche e attente selezioni, rigorosamente naturali.
La coltura arrivò a Vercelli nel 1400, mutò non solo l’economia della zona, ma la risaia modificò notevolmente anche il paesaggio. Nei mesi primaverili non si può che rimanere affascinati dalle immense distese d’acqua in cui si riflettono i paesini della bassa. In estate, il paesaggio muta: è il verde acceso del riso acerbo il colore dominate della campagna vercellese. A settembre i colori cambiano: le spighe ormai mature formano immense distese dai colori caldi e dorati.
Come raggiungere Vercelli
A4 uscita Greggio; proseguire sulla SS. 230 in direzione Vercelli.
Lago di Viverone
Uscita consigliata: Santhià
Il lago di Viverone è situato all'incontro di tre province (Biella, Torino e Vercelli). È il più vasto bacino presente all'interno dell’anfiteatro morenico di Ivrea, che nelle ultime glaciazioni quaternarie costituiva il tratto terminale del ghiacciaio Balteo.
Il lago, posto ad un’altitudine di 230 m, ha forma ellittica con una superficie di 55,78 kmq e una profondità media di 20 m. Il suo perimetro è poco più di 10 km. ed il volume d’acqua circa 30 milioni di metri cubi. Non dispone di immissari esterni ma l’acqua arriva da sorgive che sgorgano dal fondo lacustre e ha un unico emissario sulla sponda ovest che convoglia le sue acque al fiume Dora Baltea.
Flora
Si possono osservare le caratteristiche fasce vegetazionali che accompagnano le fasi di graduale interramento dei laghi: la castagna d’acqua, la ninfea, il canneto a cannuccia di palude. Nel tratto di sponda dei Comuni di Azeglio e Piverone si passa a formazioni boschive su terreno paludoso. Alla fascia costiera di salici segue un bosco, intervallato a tratti di canneto e carici, di farnia e di frassino, con esemplari a volte centenari. Il tutto costituisce un esempio di bosco planiziario paludoso, che un tempo rivestiva gran parte della Pianura Padana.
Fauna
Dopo la costituzione, nel 1970, di un’oasi di protezione faunistica, il lago è tornato ad arricchirsi di specie acquatiche interessanti. Ogni anno migliaia di uccelli acquatici o legati all'acqua, sostano sulle sue acque e nidificano sulle sue sponde. Dall'autunno alla primavera è possibile osservare una concentrazione di uccelli come in ben pochi altri luoghi in Italia. Tra essi gli anatridi sono il gruppo largamente dominante, soprattutto i germani reali. Tra le altre specie, in periodo invernale, lo svasso maggiore, la folaga ed il gabbiano comune. Le zone lacustri confinanti – uniche nel loro genere in tutto il Piemonte – costituiscono anche luogo di nidificazione di specie di uccelli ormai molto rare nella regione come il tarabuso; oppure di specie rapaci come il nibbio bruno. Si possono osservare anche i cormorani oppure, in primavera, si può assistere alla “danza d’amore” degli svassi.
Sport
Nel lago è possibile fare il bagno e pescare; si possono inoltre praticare vela e windsurf. Innumerevoli i campeggi nelle vicinanze.
Come raggiungere il Logo
A4 – uscita Santhià’; SS. 228 in direzione Ivrea, poco prima di Ivrea si incontra il lago sulla sinistra.